Delirio paranoico
Da una mia recente rilettura di Bergeret e Coll “Psicologia patalogica”, Manuali di medicina, edizioni Masson 1982. Le frasi fra virgolette sono tratte dal testo citato. A mio parere anche un certo uso attuale dei social si presta a fare da sponda a soggetti clinicamente disturbati.
L’organizzazione paranoica della personalità è caratterizzata clinicamente ” dalla sopravvalutazione di sè stessi e dal disprezzo per gli altri e rappresenta, come ha detto Racamier ,l’evidenza di un io organizzato e non alienato, capace di un progetto plasmato in una forma sociale conosciuta. ”
In queste strutture più “evolute”, l’Io è apparentemente costituito come esistente ma non può ammettere l’esistenza oggettuale, se non nella misura in cui l’oggetto gli permette di assumere l’onnipotenza del suo controllo su di esso. Ciò è una condizione essenziale dell’organizzazione oggettuale del paranoico. Si tratta infatti di una contropartita narcisistica evidente per un Io particolarmente fragile ”
Il paranoico separa la parte buona di sè dalla cattiva all’espressa condizione di “controllare la ripartizione dei beni, aggiudicandosi ad ogni costo quello che può essere buono.”
L’aspetto non reale di queste personalità apparentemente molto sicure si concretizzano in “un incommensurabile e patologico orgoglio, nel disprezzo per gli altri, che essi osservano con diffidente curiosità e a cui possono avvicinarsi solo per rivelarne le eventuali turpitudini”.
Il paranoico, debole nella sua pseudo- potenza cercherà continuamente di farsi confermare dagli altri nella sua buona coscienza. “Utilizzerà perciò volentieri la via disaffettizzata della giustizia o quella della ragione in discussioni logiche in cui la rettitudine del suo ragionamento vorrebbe nascondere a sè e agli altri l’indigenza tragica della sua doppiezza.”
A me ricorda qualcuno………..
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