Saviano che legge l’altro giorno su Rai tre una poesia di Wislava Szymborska è stata una boccata di ossigeno, in mezzo ad una programmazione asfittica fra Grande fratello e Tredicesimo Apostolo
Addio a Wisława Szymborska, poetessa di grazia e ironia
3 febbraio 2012
Si è spenta mercoledì a Cracovia, all’età di 88 anni, la poetessa polacca Wislawa Szymborska, ma non si spegne l’eco dei suoi versi.
Aveva vinto il premio Nobel per la letteratura nel 1996, rivelando un’umiltà e un senso leggero delle cose che traspariva da ogni sua poesia.
Tanti i lettori in tutto il mondo che hanno manifestato il loto dolore e che continueranno a leggere le sue poesie, intrise di grazia e disperazione, sempre attente alle piccole cose di tutti i giorni, con un sense of humour difficile da trovare in altri poeti.
E per ricordarla ecco alcuni dei suoi versi.
“Ad alcuni piace la poesia”
Ad alcuni –
cioè non a tutti.
E neppure alla maggioranza, ma alla minoranza.
Senza contare le scuole, dove è un obbligo,
e i poeti stessi,
ce ne saranno forse due su mille.
Piace –
ma piace anche la pasta in brodo,
piacciono i complimenti e il colore azzurro,
piace una vecchia sciarpa,
piace averla vinta,
piace accarezzare un cane.
La poesia –
ma cos’è mai la poesia?
Più d’una risposta incerta
è stata già data in proposito.
Ma io non lo so, non lo so e mi aggrappo a questo
Come alla salvezza di un corrimano.
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