“Ehi , ma dove vai? Torna qui! Non giochiamo stasera a fare le signore che prendono il the , con i ciuffetti d’erba nella teiera e i sassolini come biscotti?”
“Cosa stai dicendo a tua madre? Esci con le amiche? Che novità è questa? Sono io il tuo unico vero amico!”
Teddy, l’orsetto di peluche, non sa darsi pace; l’ improvviso cambio di routine lo ha completamente disorientato.
“Forse è perchè non sono più bello come un tempo, perchè il mio rivestimento è ormai logorato, è per questo che mi lasci?”
“E’ vero, ho perso uno dei miei occhi , ma tua madre mi ha tappato il buco cucendoci sopra un bottone quasi dello stesso colore e la differenza si nota appena. “
Il poverino cerca delle spiegazioni ma non ne trova, non riesce a farsi una ragione dell’improvviso disinteresse dell’amica.
Quella sera, al rientro di lei, fu anche peggio.
Teddy sente la sigla di Carosello. E’ il segnale. Patrizia verrà a prenderlo e dormiranno insieme.
Invece lei tira fuori da sotto il materasso una rivista. Teddy , dall’alto della mensola dove è rimasto confinato tutto il giorno, riesce a leggere il titolo Grand Hotel.
La ragazzina si infila a letto e sfoglia avidamente il giornale, emettendo lunghi sospiri.
Qualche anno dopo, Teddy che è rimasto sulla mensola sempre più polveroso e trascurato, sente la mamma di Patrizia che le chiede ” Cosa vuoi fare delle tue cose, ora che vai a Trento all’Università? Posso liberare la stanza e darla ad una delle tue sorelle così non devono più stare insieme?”
” Fai come vuoi , mamma. Ho preso tutto quello che mi serve. Vado a Trento non in Africa. Se mi manca qualcosa la compro lì.”
“Cos’è questa storia di Trento? te ne vai e mi lasci qui?” Teddy è affranto.
La mamma di Patrizia entra nella stanza con degli scatoloni e li riempe con i quaderni e i libri dellelle elementari, l’orsetto di peluche, un carillon rotto , vestiti vecchi, cartoline delle vacanze, appiccicate con le puntine alle ante dell’armadio, assieme a post di band musicali.
“Domani” dice, parlando fra sè ad alta voce,” quando passa il camion della spazzatura butto via tutto”.
“Il camion della spazzatura? Oh no!” Teddy riesce a sentire quest’ultima frase, prima di finire fra le cose inutili . Piange disperato ma nessuna persona con più di dieci anni può sentire il pianto di un orsetto di peluche. Il suo destino è segnato.
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