Nomadland


Tutti i giorni mi sveglio e ringrazio il cielo di non essere nata negli Stati Uniti.

Non condivido l’ideologia descritta nel pluripremiato film Nomadland della regista Chloè Zhao che solo senza rapporti umani , in una solitudine da monade, l’individuo possa trovare gli spazi per la propria individuazione . Le relazioni affettive, familiari, amicali possono essere faticose , dolorose e causano spesso conflitti laceranti ma è solo in questo confronto che, secondo me, l’essere umano può definirsi e trovare la sua autenticità e suoi personali spazi di libertà. Il resto è fuga, evitamento che si dipana nel film sullo sfondo di paesaggi bellissimi ma che costa anche alla protagonista una vita squallida , fatta di notti al freddo in un camper senza servizi igienici e la possibilità di lavarsi, di cibo precotto scaldato in pentolini sudici , di lavori umili e precari svolti solo per garantirsi la sussistenza.

Se questà è la libertà preferisco la mia vita fatta di amici familiari figli e nipoti e il confort della mia vasca idromassaggio in una casa ben riscaldata dove alle volte mi rintano per stare da sola ma da dove posso sempre uscire per incontrare altri esseri umani.

Il film comunque è bellissimo, interpretato magistralmente da Frances McDormand. Da vedere.

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