briciole


BRICIOLE

“ L’hamburger è cotto. Il panino tostato. Una spruzzatina di Ketchup, un birrino e rutto libero come il grande  Fantozzi”.

Soddisfatto Aldo sprofonda sul divano, addentando il panino che, ad ogni morso, semina  un sentiero di briciole sul pavimento. Dalla lattina, poggiato sul tavolo,  esce un flusso  giallo che impiastriccia il vetro del tavolino.

“Pulirò dopo” pensa , troppo felice per occuparsi di questi dettagli . E’ mercoledì, serata di coppa e gioca la sua squadra del cuore.

Appena un velo di disappunto perché gli amici di sempre gli hanno dato buca.

Alla soglia dei trent’anni la vita sta cominciando a sgretolare il loro sodalizio adolescenziale: Mario è  con il figlio di tre mesi e Giuseppe è all’ospedale dalla madre, ricoverata alle prese  con i mille problemi della vecchiaia.

Aldo è deciso a godersi la serata comunque.

“ Ehi, senti” gli aveva detto quella mattina Daniela,  mentre in bagno si pettinava i capelli dal rovescio, chinata con la testa sulle ginocchia “ stasera faccio tardi al lavoro, mangia pure da solo; io ceno dopo”.

Lui  aveva notato quanto la posizione di lei lo eccitasse e aveva scacciato  il pensiero di tentare un approccio.

Dopo un anno di convivenza, era ormai rassegnato al fatto che i suoi assalti  mattutini non erano graditi, con l’eccezione, rara, di qualche domenica.

“ Lasciami, che fai? Devo andare a lavorare!”  ; lei si divincolava tutte le volte per sottrarsi alla presa, eccitandolo involontariamente ma volontariamente e fermamente ignorandone l’erezione.

Comunque serata libera.

“ Dai, ragazzi, facciamoli vedere chi siamo”

“Corri, maremma boia, corri!”

Aldo, immerso in un serrato dialogo con i giocatori,  vive intensi  momenti di esaltazione  quando la squadra sale nella metà campo avversaria, con passaggi a terra e precise geometrie di gioco, salvo poi smadonnare per il disappunto, se l’azione va a spengersi per l’intervento di chiusura della difesa nemica, per l’uscita solerte del portiere o per un palo che all’improvviso si materializza sulla traiettoria di un  tiro in rete.

Distratto da un rapido capovolgersi del fronte per un contropiede degli avversari Aldo, in tensione, seduto in punta del divano, tutto proteso ad osservare gli sviluppi del gioco, registra in sottofondo l’ingresso di Daniela in casa.

Lei entra sbuffando.

“ Sono stanca morta” sta pensando “ Speriamo che Aldo abbia cucinato e che mi abbia lasciato qualcosa”.

Posa due sacchetti a terra: prima di tornare a casa si è fermata al Centro Commerciale per ritirare dei vestiti in lavanderia e per comprare la carta igienica ed il sale.

“ A certe cose lui non pensa “ era stata la sua amara riflessione mentre alla cassa aspettava il suo turno” anche se lo mandi a fare la spesa, se non ha una lista precisa, lui certe cose non le compra: non sa nemmeno se ci sono in casa oppure no. Sono io che devo sempre sapere tutto ”.

Poggiata la spesa, si toglie la giacca e si dirige verso la luce in salotto, annusando l’aria che sa di carne bruciata.

Quello che vede è per lei un insulto: briciole per terra, il tavolo sporco e lui felice sul divano.

“ Ma cosa hai fatto? Cos’è questo caos?” inveisce indispettita.

“ Buona sera, non usa salutare?” sulle difensive, lui tenta di rintuzzarla subito.

“Oddio!” pensa “ci risiamo !”

“Buona sera un accidenti . C’è un disordine da paura  e si sente la puzza dell’hamburger per tutta la casa perché, come al solito, non hai chiuso la porta quando cucini”

“ Dai, non ti preoccupare, dopo pulisco e cambio anche l’aria” lui tenta sempre la linea conciliante.

Ma il tentativo di rabbonirla è troppo frettoloso e distratto.

“ Col cavolo che te la cavi così, stronzo!” pensa lei e con un moto di stizza si dirige in camera, sbattendo ostentatamente la porta.

Inizia a spogliarsi con gesti secchi e veloci. , per togliersi in fretta i pantaloni che le stringono in vita e le scarpe con i tacchi alti,  una combinazione che lui trova così sexy.

“ Ecco sto pure ingrassando, i pantaloni non si chiudono più. Domani salto la colazione e mangio un insalata a pranzo e basta. Ingrasso, sono stanca, mi fanno male i piedi e lo stronzo cosa fa? Cerca di rabbonirmi! Ma insomma! Non sono mica sua madre che gli portava il caffè a letto, con lo zucchero già girato così non faceva neppure la fatica di girare il cucchiaino.

Dobbiamo trovare il modo di parlare.

Sono grassa .

Solo uno stupido  potrebbe essere attratto da una così sfatta e grassa.

Ma lui non ci fa caso , quindi è stupido .

Non sembrava così quando ci siamo conosciuti”.

“Gol!” urla Aldo.  Il suo attaccante favorito ha dribblato due avversari , avanza, vede la porta, si aggiusta la palla sul sinistro, il suo piede migliore, e con un tiro preciso spiazza il portiere ed è gol.

“ Gol!”.

Il grido raggiunge Daniela in camera che, seduta sul letto, si sta contemplando le unghie dei piedi: lo smalto si è ormai sbocconcellato ed è ridotto ad una piccola striscia sull’ultimo tratto di unghia.

“ Vedi com’è, non pensa che alla sua partita. Il nostro rapporto sta finendo e lui pensa ai gol. ”

“ E’ finita! Esci di casa! Vattene, non ti voglio più vedere” esce di camera urlando, i pugni chiusi, il petto che si alza e abbassa veloce per la   rabbia,  sotto  la camicia sbottonata ma  che non ha fatto a tempo a togliersi .

Lui alza la testa e la guarda attratto dall’insolito spettacolo di lei che gli si para davanti seminuda e fremente. L’ultima briciola di pane cade fragorosamente sul pavimento.

 

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