Ospedale
All’ingresso il portiere non c’è.
“ la portineria è chiusa, Ci scusiamo per il disagio.”
Più avanti un’altra postazione, in stile box-office. Non c’è nessuno. Dentro una sedia a rotelle e vari scatoloni.
Padiglione A Padiglione B
Lungo corridoio.
Riunione sindacale, l’azienda contro l’orario di lavoro, convegno il paziente trapiantato, prestiti ai dipendenti, cessione del V, cercasi cambio da ospedale di Bologna.
Due ascensori; riservato ai pazienti barellati. stanza del responsabile di padiglione, al piano interrato spogliatoi dei dipendenti, vietato entrare ai non addetti ai lavori , non salire, non scendere, non entrare, non usare.
Medici e infermieri a passo veloce. Uomini delle Misericordia di Rifredi, Sesto Fiorentino, Pontassieve, Croce rossa, Croce Verde, Fratellanza Militare spingono vecchi imbacuccati con carrozzine cigolanti; sulle barelle, sotto le coperte marroni, persone con gli occhi smarriti o chiusi, bocche sdentate spalancate, braccette scheletrite.
Le tute dei volontari dai colori forti, fosforescenti, gialle, verdi, arancioni fanno contrasto con il grigio del linoleum e il bianco sudicio dei muri.
Luogo di culto, tre o quattro panche, un altare con tovaglietta in pizzo di plastica, fiori finti, non c’è nessuno. Orari della Santa Messa festivi ore 10, feriali ore 17.
Stanza degli addetti alle pulizie, Cooperativa La Lucente, vietato entrare, viavai di operatori vestiti di verde, all’interno mucchi di scatole, lavatrici che girano, carrelli abbandonati.
Servizi per il pubblico, attenzione al gradino, pavimento scivoloso, si prega di tirare lo sciacquone, chiudere i rubinetti, fuori servizio non entrare, non usare.
Due lavandini, tre servizi. Su una porta, con pennarello: Nina è troia, Rita fa i pompini segue numero di cellulare, politici = ladri, fottetevi.
III piano Padiglione dialisi, a destra Reparto nefrologia. Sala d’attesa: armadietti di ferro Cartelle dialisi da A a F da G a M da M a Z, sedie di plastica beige attaccate le une alle altre, una finestra che sbatte.
Non suonare orario di visita dalle 12,30 alle 14 e dalle 19 alle 21, non entrare al di fuori degli orari in cui è permesso.
A sinistra, dopo la porta, una stanza attrezzata a cucina, un tavolo, delle sedie, un’infermiera seduta al tavolo mangia, altre due chiacchierano fra loro, fornellino, fornetto a microonde, frigorifero, vietato entrare.
Per il barbiere in reparto telefonare segue numero di cellulare.
Parrucchiere per signora segue numero di cellulare.
Convegno su diabete mellito, riunione iscritti CGIL.
Stanza dei medici. Tre postazioni una giovane dottoressa al computer, Un dottore anziano con i capelli bianchi e il camice che gli va stretto e preme sul bottone chiuso ad altezza pancia, esce di furia dalla stanza medici e poi dal reparto. Stanza Infermieri, Stanza medicazioni, non entrare, bussare prima di entrare, stanza isolamento: la porta non chiude bene, da sotto la luce della camera filtra nel corridoio.
Uomini in pigiama, pantaloni in tutte le sfumature del blu e del celeste, in maglietta a maniche corte. C’è una temperatura tropicale. Colonie di batteri prolificano al calduccio.
Un signore, seduto sul bordo del letto, smanetta sul computer poggiato sul comodino. Abdul, marocchino trapiantato, grande esperto di fistole e dialisi, elargisce consigli ai neofiti.
Il letto di Lombardi è vuoto. Ieri sera c’era. Gli ho chiesto se potevo usare la presa elettrica sopra il suo letto per mettere in carica il telefonino. “ I parenti di Lombardi? Ci sono i parenti di Lombardi?” Una signora di mezz’età scatta da una sedia, trascina un trolley per il corridoio, l’infermiere l’accompagna fino all’ascensore. Annuisce, mentre la signora parla, sì, reparto di rianimazione secondo piano, secondo corridoio a destra, sinistra, destra, porta, suonare il campanello.
Il letto di Lombardi è fasciato con un telo blu.
Due armadietti sgangherati Causa furti s’invitano i pazienti a non lasciare oggetti di valore. Piccolo lavabo, rubinetto che gocciola, caldo asfissiante, odore di minestrina.
Un uomo nel letto, gracile, emaciato, al braccio sinistro una flebo, al destro un apparecchio che drena sangue.
Sul comodino una bottiglia di acqua, una mela, un’arancia rinsecchita, un bicchiere di plastica con il cognome, dentro una pillola bianca; nel ripiano sotto, un pappagallo, un borsello, un pezzetto di garza insanguinata, qualche salvietta di carta,
Una dottoressa entra “Cara signora, mi presento mi chiamo (segue nome). Sono il medico del reparto. Sì, suo marito, complicazioni, possono succedere, aneurisma, infezione, catetere, operazione, bisogna parlare con i chirurghi, no, non lo so quando, forse mercoledì, bisogna vedere come sta, domani vediamo.”
Entrano due infermieri giovani, salutano, si fermano, parlottano fra loro, uno smanetta al telefonino, escono, ne entra un altro per la medicazione, un altro per l’iniezione, bicchiere di plastica, pillola, iniezione, pressione, glicemia, pressione.
Voglio uscire. Ho bisogno di aria
Anticamera dell’inferno…