Bamboccioni


 

Donata poggia la cornetta del telefono. Si guarda intorno; cerca il pacchetto di sigarette e ne accende una. Cammina un po’ in su ed in giù, lungo il corridoio. Sospira. Entra in cucina; contempla il mucchio di panni sa stirare. “Che palle” pensa. Sistema l’asse da stiro, mette l’acqua distillata nel ferro a vapore e comincia a togliere, con rapide passate, le cose che fanno volume: asciugamani, canovacci, un paio di lenzuoli, le federe.

Si sente un rumore di chiave nella toppa. Aldo entra in casa, la raggiunge in cucina, poggia un sacchetto sul tavolo.

“ Ha telefonato Dario”

“Quando?”

“Dieci minuti fa, mentre eri giù”

“Che dice?”

“Al solito, ha avuto una discussione con lei, non ha soldi, deve riparare l’auto. Che cosa hai preso?”:
Donata gira intorno al tavolo ed apre il sacchetto.

“Hai di nuovo comprato la schiacciata: Lo sai che non ne voglio mangiare. E’ troppo unta e mi fa ingrassare.”

“Sì, però dopo di te la mangi.”

“Per forza, se c’è, la mangio. Non ho mica detto che non mi piace”.

“Scommetto che voleva dei soldi”

“Deve riparare l’auto”

“ E allora c’è la mammina che paga. Io alla sua età mi mantenevo da solo. E lui sta lì a lamentarsi. Mi sono sempre rimboccato le maniche, io!”

“Ma lui il lavoro lo cerca. Non lo trova, perché c’è la crisi.”

“Si, lo cerca. E’ cercare lavoro fare clic sul computer e mandare curriculum a casaccio, senza nemmeno andare di persona?”

Donata prende un pezzo di schiacciata.

“Buona”, commenta soddisfatta.

“La verità è che lo hai viziato”

“Ma se a Natale sei stato tu a volergli dare dei soldi, dicendo che io sono tirchia. Per responsabilizzarlo, hai detto. Si è visto. Li ha finiti. Però si è prenotato l’hotel a Rimini per agosto.

Come si fa a pensare alle vacanze in un posto così. Io non ci andrei neppure in fotografia. D’agosto, poi.”

“Neppure io . A vent’anni ci saresti andata?”

Donata si è rimessa a stirare. Adesso tocca alle camicie.

“ Neppure per sogno. A vent’anni, ti ricordi, siamo stati in Marocco.”

“ E l’anno dopo in India. Non avevamo soldi, ma riuscivamo a viaggiare lo stesso.”

Aldo si sposta in salotto, a leggere il giornale sul divano.

Il cellulare di Dario squilla.

“Allora com’è andata?”

“Tranquilla. Certo che mi paga la riparazione dell’auto. E’ mia madre. Ha preso tempo, ora sicuramente sarà a parlarne con mio padre. Avranno recriminato un po’, ricordandosi del jurassico, quando giravano il mondo e poi scuciranno il grano, come al solito.”

“ Ok, ci sentiamo.”

“ A dopo.”

Il cellulare di Dario squilla di nuovo. Sul display la scritta “mamma”.

  1. scrivi benissimo. Complimenti!

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